...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

11 febbraio 2013

Dal sarto alla catena

Nello scorso numero di Julia, un fumetto giallo (cartaceo) tra i miei preferiti, un personaggio esponeva una situazione che mi ha fatto riflettere. Questo personaggio (secondario nella serie) è un esperto di computer, ed era disoccupato perché aveva un piccolo negozio: qualche hanno prima lavorava, ma adesso ha chiuso perché i computer si comprano solo assemblati.
In effetti mi sono reso conto che è proprio così. Io sono abbastanza vecchio su con l'età per ricordare i primi tempi di quando si è diffusa la mania del computer, negli anni '80. Allora i PC preconfezionati erano pochi, a parte i prodotti piccoli (i cosiddetti home computer), e chi voleva un qualche PC se lo faceva assemblare partendo da componenti base. Piano piano si son diffusi quelli preassemblati, ma ancora all'inizio degli anni 2000 c'erano un sacco di negozi che preparavano i PC per gli appassionati. Adesso invece, complice anche il cambiamento di tipologia degli apparecchi informatici, i PC si comprano già pronti, e sono pochi i negozi che fanno assemblaggio, la maggior parte si limita a rivendere preassemblati già pronti. Questo è dovuto anche al fatto che le persone si rivolgono di più verso portatili e tablet, che si trovano solo già pronti, piuttosto che ai computer desktop, oggi relegato quasi solo agli uffici ed agli "smanettoni".
Mi sembra che si sia fatto un passaggio come quello che nella moda è stato dal sarto che preparava i vestiti su misura ad ogni cliente alle catene di abbigliamento preconfezionato. Solo che, mentre nel campo dell'abbigliamento ci sono voluti molti decenni, quì ci abbiamo messo solo tre o quattro lustri. Sarà forse il segno della rapdità con cui cambiano i costumi e le abitudini al giorno d'oggi? Certo è che mi è venuta un po' di nostalgia di quando, da universitario, mettevo insieme qualche soldo prendendo computer usati e riassemblandoli per poi rivenderli...

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