...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

28 aprile 2011

La storia di Gesù... via Twitter

Se vi ricordate, qualche tempo fa ho postato un video dove si rappresentava la nascita di Gesù vista tramite internet. Adesso voglio segnalarvi un altro video simile, che narra la storia della predicazione, della passione e della resurrezione di Gesù come se fosse seguita tramite Twitter. Eccolo di seguito:



Come l'altro, lo trovo suggestivo, divertente ma anche rispettoso dee sentimenti delle persone. Una considerazione che però si può fare è che seguire gli eventi tramite canali impersonali come Twitter (ma anche con altri sociale network) fa sembrare banale un anche un evento del genere. Non trovate?

27 aprile 2011

Condizionamenti televisivi

Ieri sera mio figlio di mezzo chiede: "posso vedere l film che c'è stasera su quel tal canale?" Il film in questione, molto lungo, finisce dopo mezzanotte. Oltretutto "l'hai già visto, lo abbiamo in DVD". "Si, ma voglio rivederlo"... Alla fine optiamo per un compromesso: guardalo in DVD, così evitiamo tutta la pubblicità, comincia prima che in TV (ma perché la chiamano prima serata se comincia alle nove e mezzo?) e così finisci di vederlo ad un'ora decente, anche se la mattina può dormire perché la scuola non è ancora ricominciata dalle vacanza pasquali.
La vicenda mi suggerisce una constatazione: se non ci fosse stato il film in TV mio figlio non avrebbe pensato di guardarlo. Non solo: mi ha anche detto che c'è più gusto a guardarlo in TV che a vederlo in DVD. Pensiamoci bene: abbiamo in casa tanti DVD (o similari), ma la cosa a cui pensiamo sono spesso i programmi TV della serata, senza dire che oggi avrei voglia di... Ciò è il sintomo di come la TV ci condiziona nelle scelte: noi scegliamo cosa vedere (ma non solo) in base a cosa ci propongono, e non secondo i desideri che abbiamo in quel momento. Anzi, i desideri ci vengono a seconda di cosa ci viene proposto. Probabilmente è anche per questo che certi programmi-spazzatura hanno successo anche senza avere niente dentro da proporre. E se questo è valido per i programmi televisivi, figuriamoci per le opinioni e ed i messaggi morali che ci vengono propugnati! I ragazzi, ma anche gli adulti, li assorbono e li fanno propri acriticamente, senza nemmeno accorgersene.
Forse è il caso che noi genitori stiamo accanto ai figli quando guardano la TV (io e la moglie lo facciamo), per decidere cosa vedere e parlare insieme di quello che hanno visto, in maniera critica. E sopratutto di invogliarli a spegnerla, per fare insieme altre cose. Si, lo so, ci vuole volontà di mettersi in gioco e bisogna vincere la pigrizia che ci farebbe tendere a riposare, ma i risultati, specie per i bimbi, alla lunga si vedono: meno ricerca della TV a tutte le ore e una maniera di vivere più serena e attiva, spiritualmente e intellettivamente più appagante. Non trovate?

24 aprile 2011

Santa Pasqua 2011: Auguri!

Anche quest'anno voglio fare i miei migliori auguri di una Santa Pasqua a tutti i lettori del blog, e non solo a loro.
Che il Signore risorga sempre nei nostri cuori e ci faccia risorgere con Lui.


La Resurrezione, di Matthias Grünewald (1516)

21 aprile 2011

Hacker ed impegno cristiano: due filosofie compatibili

Chi mi legge su questo blog sa che non faccio mistero del mio essere cristiano e dell'ideale che porto avanti nella vita. Tra le mie passioni, sin da giovane,c'è sempre stata quella dell'informatica, che negli anni più spensierati dell'università mi ha portato a essere nella sfera d'influenza della cultura Hacker, cioè di quelle persone che tramite il computer (ma non solo) si impegnano per risolvere le difficoltà che gli si pongono dinanzi e trovare soluzioni creative e di pensiero laterale ai problemi ed alle limitazioni imposte. Personalmente non ho mai trovato incongruente l'essere contemporaneamente cristiano e "smanettone", poiché le ho sempre trovate due filosofie di vita per certi versi molto simili e convergenti tra di loro. Adesso questo tema è stato esaminato ed approfondito da un padre gesuita, Antonio Spadaro, in un articolo pubblicato su "Civiltà Cattolica", ripreso da molti siti, blog e giornali on-line, e che ha portato un forte dibattito (al quale ho partecipato).
Cosa afferma padre Spadaro nel suo articolo? Partendo da una (finalmente) corretta definizione di Hacker (che non è il pirata informatico che molti credono), e tramite un rapido riepilogo storico del movimento, arriva a delineare l'etica dei questo gruppo di persone, trovando effettivamente molti punti di contatto con quella cristiana. In particolare, tra i principi della filosofia Hacker, sono condivisi con la visione cristiana la condivisione (delle informazioni, ma non solo), il cambiamento verso il meglio, la ricerca e la soluzione delle problemi che ci si pongono dinanzi, ecc...
Il maggiore punto di differenza tra le due visioni è probabilmente la sfiducia verso un'autorità centralizzata e la de-gerarchizzazione della conoscenza propugnata dalla cultura Hacker, vista a volte come opposizione anche ad una visione religiosa della vita (erroneamente, poiché alcuni personaggi fondamentali della filosofia Hacker si dichiarano religiosi, come Tom Pittman). Il famoso saggio "La cattedrale ed il bazar" di E.S.Raymond, spesso visto come una metafora antireligiosa, in realtà ad un esame non superficiale appare solo come una magnificazione del modello di sviluppo software collaborativo. Padre Spadaro nel suo saggio mette in evidenza la vera differenza tra le due visioni: per gli Hacker lo scambio collaborativo è di tipo orizzontale, tra pari, mentre per la visione cristiana la rivelazione si ha come dono gratuito di Dio, cioè un passaggio dal grande al piccolo. Ciò però, a mio avviso, non implica una contrapposizione tra le due etiche: entrambe le modalità sono da approvare, nei loro relativi contesti. Molto bella è una considerazione che ho trovato nel saggio, che avvicina le due filosofie: "Himanen a questo punto si pone una domanda che scopre in sant’Agostino: «Perché Dio aveva creato il mondo?». E prosegue: «Possiamo dire che la risposta degli hacker alla domanda di Agostino è che Dio, in quanto essere perfetto, non aveva bisogno di fare assolutamente nulla, ma voleva creare» 29. Nel racconto dell’azione creatrice libera e indeducibile di Dio l’hacker trova l’immagine della propria esistenza". In pratica è la creatività libera ed incondizionata che avvicina le due visioni.
Io, che in passato sono stato Hacker e che sono Cristiano mi ritrovo in entrambe le visioni di vita, e non trovo incongruenze tra le due. E penso che un dialogo ed un incontro tra queste culture possa portare solamente dei
benefici ad entrambe.

16 aprile 2011

Via Crucis: una croce percorre le vie

Ieri sera, come tradizione per la mia parrocchia, si è svolta la Via Crucis per le strade del quartiere. Questa celebrazione non è una rappresentazione sacra come molte altre raffigurazioni della Passione di Cristo che si svolgono di questi tempi, ma una normale Via Crucis che si tiene andando in giro per il quartiere, attraverso 14 stazioni preparate dagli abitanti di vari gruppi di case, ed ad ognuna aveva il commento preparato da un parrocchiano (spesso ne ho fatto uno anch'io).
La cosa che mi colpisce ogni volta è la partecipazione delle persone. Oltre coloro che animano o seguono tutta la celebrazione, vedo sempre molta gente che, quando ci si ferma nella stazione vicina alla propria casa, si affaccia oppure scende in strada per seguire il momento di preghiera, uscendo così da quell'anestesia celebrale che ci induce la TV per prendere un attimo coscienza che c'è altro che si può fare la sera. Interessante sono le reazioni di chi ci vede dalle vetrine dei bar o dalle finestre dei ristoranti: incuriositi, senza capire bene cosa succede, vedono questo folto gruppo di persone guidate da una croce di legno e scortate da diverse fiaccole che illuminano e segnalano il gruppo che si muove od è fermo in preghiera. Spero che questa visione un po' particolare li spinga a riflettere almeno un attimo...

10 aprile 2011

Il silenzio vuoto del ricordo

Oggi, insieme con alcuni altre famiglie della classe di mio figlio di mezzo, siamo andati a fare una gita organizzata da alcune maestre della scuola, a S.Anna di Stazzema, luogo di una dalle più sanguinose stragi naziste della Seconda Guerra Mondiale.
Al di la di tutte le emozioni provate, ascoltando le testimonianze di coloro che ci hanno accompagnato in quei luoghi e di quelle presenti nel museo del Parco della Pace istituito in quel luogo, quello che mi ha colpito è stato il vuoto che c'è in quei luoghi. L'eccidio non si è svolta in un unico luogo, ma contemporaneamente in molte della case e delle stalle sparse sui fianchi della montagna. Di queste case alcune sono fatiscenti ed abbandonate a se stesse, come rimaste li dal momento della morte degli abitanti, altre sono rimesse a nuovo e perfettamente funzionanti, pronte ad essere abitate, ma tutte apparivano senza qualcuno che ci vivesse in quel momento. E' come se non ci fosse nessuno che potesse essere li, tranne il ricordo di quei morti. La sensazione che avevo era di essere io li un fantasma, quasi che quei luoghi appartenessero a coloro che li avevano terminato la loro vita e noi fossimo intrusi invisibili venuti a disturbarli...

5 aprile 2011

Giapponeserie: raddrizza-naso

Se siete attenti all'aspetto non potete farvi sfuggire questo nuovo gadget proveniente, ovviamente, dal Giappone: un raddrizzatore di nasi!

Raddrizza-naso giapponese

Questo apparecchio, chiamato Beauty Lift High Nose, permette alle signore giapponesi di risistemare un naso (leggermente) storto emettendo vibrazioni elettriche, usandolo per tre minuti al giorno. Non costa certo come un intervento dal chirurgo plastico, poiché per soli 142$ (+ spese di spedizione) ve lo portate a casa, però secondo me non c'è certo da aspettarsi grossi risultati. Ed oltre ad essere abbastanza ridicolo, temo che sia anche un po' doloroso da usare...

Altre giapponeserie:
 

3 aprile 2011

Cinema di seconda visione

Ho già detto tempo fa che tra i podcast che ascolto più volentieri c'è la trasmissione di cinema "Cellulite e Celluloide". Sul blog tenuto dal curatore della trasmissione "...ma sono vivo e non ho più paura!", ovviamente sempre di cinema, ci sono solitamente delle recensioni interessanti sui film in uscita, da quelli più commerciali e quelli più d'autore (che difficilmente riescono a passare al cinema). Commentando la sua recensione a quella specie di cinepanettone mascherato che è il film di Amici Miei - come tutto abbia inizio (che non metto tra virgolette per rispetto ai primi due film di "Amici Miei" del grande Monicelli), è venuta fuori una riflessione sui film di culto e su come vengono fuori. Mi è venuti in mente che i film di una volta, prima degli anni in cui sono arrivate le TV commerciali ed i videoregistratori-DVD i film veramente buoni diventavano dei cult anche perché non era possibile vederli se non al cinema, e se si perdeva la visione in sala era difficilissimo ripescarli. La RAI trasmetteva pochi film, e quelli che si vedevano erano di almeno dieci anno prima se non di più.
In questo contesto vivevano e prosperavano i piccoli cinema cosiddetti di "seconda visione", sale piccole e periferiche o di paese, dove si proiettavano film usciti già da un po' di tempo ma che attiravano ancora pubblico. Era spesso l'unica maniera di ritrovare film già passati nei cinema normali. I film si muovevano dalle sale delle grandi città a quelle delle piccole, sino ad arrivare dopo un po' di tempo in quelle dei piccoli paesi (non c'era come oggi l'uscita contemporanea da tutte le parti). Lo stesso servizio veniva fatto dai cinema estivi, dove si riproponevano (come oggi) i film della passata stagione, mentre i cinema normali erano chiusi per l'estate.
Quanti film ho visto in questi piccoli cinema, economici ma sempre pieni... Classici, avventure, western, comici,... tutti i generi, alcuni film memorabili ed altri da dimenticare. Allora si vedeva un film di culto da quanto veniva riproposto in queste sale: per tornare ad Amici Miei, mi ricordo che tutte le estati sino a che non è uscito il secondo al cinema estivo del mare veniva riproiettato più volte, facendo sempre il pieno di pubblico, che se lo voleva rivedere non avendo possibilità di farlo a casa.
A volte ho nostalgia di questi piccoli cinema, meno sensazionali dei multisala di oggi ma più accoglienti ed in un certo senso più magici. Non trovate anche voi?