...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

27 ottobre 2010

Scappatoie per l'illegalità

Qualche tempo fa avevo scritto la mia opinione sulla notizia del bambino concepito artificialmente da due donne omosessuali. Adesso leggo in prima pagina su un giornale locale  che la stessa cosa è successo con un'altra coppia omosessuale, questa volta formata da due uomini.
Al di la delle mie considerazioni personali sulla crescita del bambino, che sono le stesse già espresse per il precedente caso, quello che mi ha colpito è la dichiarazione, effettuata da molti, che sia una negazione di alcuni diritti il fatto che si debba andare all'estero per fare quello che volevano.
A mio giudizio invece non si tiene conto di un fatto importante: queste persone sono andate all'estero per fare qualcosa che la legge italiana non consente, cioè sono espatriate per compiere un "reato" (anche se la definizione forse non è corretta), in barba alle leggi nostrane. Leggi che essi evidentemente non condividono, ma che sono sicuramente da rispettare. In questo caso particolare, quello della legge sulla fecondazione assistita, c'è anche da considerare che gli italiani si sono espressi in merito con il referendum del 2004, dichiarando a larga maggioranza tramite l'escamotage dell'astensione non che la legge va bene così, ma che si vuole cambiare nel senso opposto a quanto richiesto dai promotori del referendum. Queste persone vanno fuori del nostro paese per fare cose illegali qui da noi, anche se legali all'estero. Mi chiedo che differenza ci sia da un punto di vista formale, a parte la gravità della cosa, con chi va in alcuni paesi per drogarsi liberamente o con chi va in estremo oriente per avere rapporti sessuali con minorenni...
Ciò che mi disturba è anche la naturalezza con cui certi comportamenti siano portati avanti, come se fosse una cosa banale, e che ci siano molte persone che li giustificano: se non si può fare qui andiamo da un'altra parte! Benissimo, ma allora uno deve espatriare del tutto, andando a vivere in un altro paese, ed essere soggetto alla totalità delle sue leggi, e non prendere l'opportunità solo di fare quello che fa comodo e che non è permesso da noi. Se davvero non è possibile procedere verso queste persone qui da noi, bisogna condannarle moralmente, protestando con forza e facendo loro capire che ciò che fanno non è corretto. Siete d'accordo con me?

21 ottobre 2010

Mai più gite scolastiche?

Quest'anno scolastico si è aperto con un sacco di proteste per la riforma della scuola, la cosiddetta riforma Gelmini (dal nome del ministro competente). Avendo i figli in tre scuole differenti, dal liceo all'asilo (lo so che si chiama scuola materna, anzi scuola dell'infanzia, ma per quelli della mia generazione resta sempre l'asilo), mi sono trovato di fronte metodi differenti di protesta, dagli striscioni fuori delle scuole (messi da qualche fantomatico comitato di difesa della scuola pubblica, che non si sa chi siano) ai volantinaggi (ma stranamente nessuna assemblea per spiegare il perché si deve protestare).
La cosa che però mi ha fatto arrabbiare è un'altra: dai giornali abbiamo appreso che al liceo il consiglio dei docenti ha stabilito che, per protesta contro la riforma, da quest'anno sono abolite le gite scolastiche! E la cosa ha fatto tendenza, dato che altre scuole superiori della zona hanno stabilito di farlo, chi in toto, chi limitandosi a eliminare quelle di più giorni.
Su quanto deciso non sono assolutamente d'accordo per più ragioni, di forma e di sostanza:
- in primo mi sembra assurdo aver saputo di una tale decisione solo dai giornali, senza che nessuna comunicazione ufficiale sia data ai ragazzi ed alle famiglie;
- poi c'è la questione che tale decisione è stata presa dai soli professori, senza consultare ne i ragazzi ne i genitori, nemmeno i consigli di classe e d'istituto, che non sono ancora stati eletti. Secondo quanto dichiarato sulla stampa dalla preside le decisioni sulle gite scolastiche spettano al consiglio dei docenti, ma cose del genere dovrebbero essere decise solo dopo averne parlato in un'assemblea dei genitori e studenti sull'argomento, o per lo meno un  pronunciamento dei vari consigli di classe;
- ma soprattuto quello che non tollero è il fatto che le gite scolastiche sono state eliminate come forma di protesta per la riforma. Capisco che ci sia chi non tollera le riforme fatte, e non voglio entrare nel merito se siano giuste o sbagliate, ma è estremamente ingiusto che per la protesta di una categoria ci rimettano solo ed esclusivamente i ragazzi. Gli insegnanti, infatti, non rischiano assolutamente niente (a parte gli accidenti che gli invieranno sicuramente gli studenti ;-) ) e non ci rimetteranno nemmeno un centesimo di loro. Chi protesta contro qualcosa deve essere pronto a sopportare le conseguenze delle proprie azioni, è troppo comodo protestare e brontolare lasciando che siano gli altri a rimetterci. Ed in questo caso è ancora più grave perché a rimetterci sono i ragazzi, categoria che gli insegnanti dovrebbero invece educare e far crescere.
Sabato prossimo ci saranno le assemblee per l'elezione dei consigli di classe, e voglio portare la questione all'attenzione dell'assemblea. Tra l'altro, cercando su internet le norme che regolano le gite scolastiche ho trovato che la legge sulla scuola (d.l.g. 297/94) riporta che l'organo competente per queste decisioni sia il consiglio d'istituto, e non il collegio dei docenti, che quindi avrebbe deliberato su delle competenze non sue. E voglio capire anche questa cosa.

Aggiornamento del 25 ottobre 2010:
Sabato sono stato all'assemblea, e ho chiesto informazioni alla coordinatrice di classe. Mi ha spiegato che quello che riportavano i giornali non era del tutto corretto, poiché i docenti, nel consiglio dei docenti, non hanno deliberato che non vengano effettuate gite scolastiche, ma che non danno la loro disponibilità ad accompagnare gli studenti nelle gite che potranno essere organizzate. La forma è differente, ma il risultato pratico è poi lo stesso. E le mie considerazioni rimangono le stesse.
Tra l'altro ho incontrato anche il presidente del consiglio d'istituto, che mi ha detto che neanche lui, come molti altri genitori e studenti, è d'accodro sulla cosa, che considera quanto è stato fatto non corretto e che la questione sarà dibattuta nel prossimo consiglio d'istituto. Staremo a vedere.

16 ottobre 2010

Strisce internet: Deficents & Dragons

Per lo spazio che dedico alle strip che leggo su internet, oggi voglio segnalare l'ennesimo autore della scuderia Shockdom, sito dedicato alle strip in cui ci sono alcune tra le mie preferite. Quello di cui parlo oggi è Deficents & Dragons, che, come si capisce dal titolo, nasce come parodia del gioco di ruolo Dungeons & Dragons (che ho giocato molte volte qualche anno fa, quando avevo più tempo, e di cui facevo anche il master, che è colui che dirige il gioco) e della serie di romanzi ispirati al gioco stesso.
L'autore, Emanuele Tonini detto Manu, ci porta dentro un mondo fantasy popolato da magia, strane creature e demenzialità pura, con un'impeccabile ironia che lo porta a prendere in giro gli stereotipi del genere, ma anche gli avvenimenti del quotidiano. Da notare che sul sito vengono pubblicate più tipi di strisce: il lunedì vignette dedicate al signore del male Lord Pustola, sempre commentate da una mummia ed uno scheletro molto... mordaci, il mercoledì invece viene pubblicata una pagina dell'albo a fumetti "Tamburi di guerra", che pertanto risulta leggibile completamente sul sito, anche se viene pubblicata in albo. Da segnalare anche la presenza sul sito della serie, per adesso conclusa, "Bad's tales", dedicata ai "cattivi" del fumetto con una loro avventura alle prese con i buoni, ad altre vignette "sparse", ma sempre sul genere fantasy-comico.
In sostanza una serie da seguire se vi piace il fantasy e l'umorismo, che qui sono mescolati molto bene. Dateci un'occhiata e ditemi cosa ne pensate.

Altre Strisce Internet di cuì ho parlato:

7 ottobre 2010

Pubblicità in cassetta: si, ma quanta?

Capita quasi ogni giorno: apro la cassetta della posta e la trovo piena di volantini pubblicitari, per lo più di catene di supermercati o grandi magazzini, ma anche di negozi locali, ristoranti o eventi organizzati. E del resto basta vedere le cassette messe apposta ai portoni ed ai cancelli dei condomini, perennemente traboccanti di volantini. Ma in realtà quant'è la pubblicità che ci arriva direttamente a casa? me lo sono chiesto spesso, e per darmi una risposta ho fatto un esperimento: per un anno ho raccolto tutti i volantini che mi sono arrivati, ed una volta al mese ho pesato la pila di carta accumulata (che successivamente ho messo nel cassonetto della carta per essere riciclata, come dovrebbero fare tutti). Ecco di seguito il risultato:

Mese           Peso (in Kg)


settembre 2009   1,120
ottobre 2009     1,420
novembre 2009    1,470
dicembre 2009    0,670
gennaio 2010     1,330
febbraio 2010    1,300
marzo 2010       1,420
aprile 2010      1,630
maggio 2010      1,920
giugno 2010      1,180
luglio 2010      1,110
agosto 2010      1,360

Totale          15,930

Media mensile    1,328

(nota: i dati di peso si riferiscono a quanto arrivato dal 16 del mese al 15 del mese successivo)

In un anno mi sono arrivati quasi 16 Kg di carta! E devo anche tener conto che i dati di peso sono in difetto, poiché non sempre sono riuscito a raccogliere tutti i volantini che mi sono arrivati, sia perché qualcuno era inzuppato di pioggia o perché gettato via da qualche familiare.
Se pensiamo che abito in una piccola città di circa 20.000 abitanti, per realizzare i volantini recapitati a tutte le famiglie si sprecano circa 110 tonnellate di carta all'anno! Senza pensare a quanto costa la stampa, gli inchiostri, il recapito porta a porta fatto in pratica quotidianamente,... E chissà quanti di questi opuscoli sono effettivamente letti.
Che ne dite? Non vi sembrano un po troppi?

Aggiornamento: ecco quì i dati del secondo anno.

6 ottobre 2010

Happy birthday... to someone

- L'altro giorno, in ufficio. Cerco una collega che compie gli anni per fargli gli auguri, ma mi dicono che ha preso un giorno di ferie "per festeggiare il compleanno". Ottima idea, specialmente perché prendendo ferie al venerdì si hanno tre giorni liberi di fila. Ma a questo punto mi è venuto un piccolo dubbio: perché festeggiare il compleanno?
Quando siamo bambini la cosa sembra ovvia, si fa perché ci fa sentire finalmente più grandi, per i regali che ci fanno (forse la cosa che ci attira di più) e per la festa in compagnia degli amici. Ma quando siamo cresciuti? Cosa ci porta a festeggiare questa ricorrenza, al di la della tradizione?
Verrebbe quasi da dire che si festeggia l'invecchiare: ogni volta si aggiunge un punto in più al computo degli anni, e la somma alla fine ci sembra pesante. In realtà è solo una questione psicologica: se ci pensiamo bene rispetto al giorno prima abbiamo si un anno di più, ma siamo invecchiati di un solo giorno!
Dovremmo dire che con il compleanno noi festeggiamo la vita: si ricorda il giorno in cui siamo venuti al mondo, quello in cui la nostra vita è cominciata ed è iniziata l'avventura che ci ha portato sino ad oggi. E' questo quello che i realtà ci fa fare festa e che tutti gli anni ci spinge a celebrare la ricorrenza con amici, parenti o chi vogliamo noi: la nostra nascita è stata la partenza del nostro essere su questo mondo, e la vita che abbiamo, bella o brutta, è un cammino che stiamo percorrendo e di cui il compleanno è come una pietra miliare. Possiamo fare progetti per il futuro o ricordare il passato, ma pensiamo sempre che se non fossimo nati non saremmo qui. In questo ha ragione (come spesso succede) la moglie: bisognerebbe essere noi a fare un regalo ai genitori...
Visto che oggi (qualunque sia il giorno che mi leggete) è il compleanno di qualcuno, voglio fare gli auguri a quelli che oggi compiono gli anni: Buona Vita!

4 ottobre 2010

Giapponeserie: cravatta con ventilatore

Ebbene si, le invenzioni assurde proposte dai giapponesi, come il porta angurie di cui ho parlato tempo fa, mi intrigano. Ed infatti ecco quì l'ultima novità: la cravatta con ventilatore incorporato.


Funziona con 4 pile mini stilo, oppure attaccata al computer tramite porta USB. Sarà pratica?
Se la volete la trovate qui, a circa 25 (più spese di spedizione), insieme ad altre cosine strane (sempre che capiate il giapponese). Che dite, la prendo per le calde giornate in ufficio?