...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

21 ottobre 2010

Mai più gite scolastiche?

Quest'anno scolastico si è aperto con un sacco di proteste per la riforma della scuola, la cosiddetta riforma Gelmini (dal nome del ministro competente). Avendo i figli in tre scuole differenti, dal liceo all'asilo (lo so che si chiama scuola materna, anzi scuola dell'infanzia, ma per quelli della mia generazione resta sempre l'asilo), mi sono trovato di fronte metodi differenti di protesta, dagli striscioni fuori delle scuole (messi da qualche fantomatico comitato di difesa della scuola pubblica, che non si sa chi siano) ai volantinaggi (ma stranamente nessuna assemblea per spiegare il perché si deve protestare).
La cosa che però mi ha fatto arrabbiare è un'altra: dai giornali abbiamo appreso che al liceo il consiglio dei docenti ha stabilito che, per protesta contro la riforma, da quest'anno sono abolite le gite scolastiche! E la cosa ha fatto tendenza, dato che altre scuole superiori della zona hanno stabilito di farlo, chi in toto, chi limitandosi a eliminare quelle di più giorni.
Su quanto deciso non sono assolutamente d'accordo per più ragioni, di forma e di sostanza:
- in primo mi sembra assurdo aver saputo di una tale decisione solo dai giornali, senza che nessuna comunicazione ufficiale sia data ai ragazzi ed alle famiglie;
- poi c'è la questione che tale decisione è stata presa dai soli professori, senza consultare ne i ragazzi ne i genitori, nemmeno i consigli di classe e d'istituto, che non sono ancora stati eletti. Secondo quanto dichiarato sulla stampa dalla preside le decisioni sulle gite scolastiche spettano al consiglio dei docenti, ma cose del genere dovrebbero essere decise solo dopo averne parlato in un'assemblea dei genitori e studenti sull'argomento, o per lo meno un  pronunciamento dei vari consigli di classe;
- ma soprattuto quello che non tollero è il fatto che le gite scolastiche sono state eliminate come forma di protesta per la riforma. Capisco che ci sia chi non tollera le riforme fatte, e non voglio entrare nel merito se siano giuste o sbagliate, ma è estremamente ingiusto che per la protesta di una categoria ci rimettano solo ed esclusivamente i ragazzi. Gli insegnanti, infatti, non rischiano assolutamente niente (a parte gli accidenti che gli invieranno sicuramente gli studenti ;-) ) e non ci rimetteranno nemmeno un centesimo di loro. Chi protesta contro qualcosa deve essere pronto a sopportare le conseguenze delle proprie azioni, è troppo comodo protestare e brontolare lasciando che siano gli altri a rimetterci. Ed in questo caso è ancora più grave perché a rimetterci sono i ragazzi, categoria che gli insegnanti dovrebbero invece educare e far crescere.
Sabato prossimo ci saranno le assemblee per l'elezione dei consigli di classe, e voglio portare la questione all'attenzione dell'assemblea. Tra l'altro, cercando su internet le norme che regolano le gite scolastiche ho trovato che la legge sulla scuola (d.l.g. 297/94) riporta che l'organo competente per queste decisioni sia il consiglio d'istituto, e non il collegio dei docenti, che quindi avrebbe deliberato su delle competenze non sue. E voglio capire anche questa cosa.

Aggiornamento del 25 ottobre 2010:
Sabato sono stato all'assemblea, e ho chiesto informazioni alla coordinatrice di classe. Mi ha spiegato che quello che riportavano i giornali non era del tutto corretto, poiché i docenti, nel consiglio dei docenti, non hanno deliberato che non vengano effettuate gite scolastiche, ma che non danno la loro disponibilità ad accompagnare gli studenti nelle gite che potranno essere organizzate. La forma è differente, ma il risultato pratico è poi lo stesso. E le mie considerazioni rimangono le stesse.
Tra l'altro ho incontrato anche il presidente del consiglio d'istituto, che mi ha detto che neanche lui, come molti altri genitori e studenti, è d'accodro sulla cosa, che considera quanto è stato fatto non corretto e che la questione sarà dibattuta nel prossimo consiglio d'istituto. Staremo a vedere.

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