...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

1 maggio 2013

1° maggio: lavorare per festeggiare davvero

Ho già detto tempo fa la mia impressione sulla festa del 1° maggio: per me questa è diventata la festa dal lavoro, perdendo il senso che poteva averla caratterizzata. Ed in questo senso sono da leggere le polemiche che ci sono state in questi giorni sul fatto se tenere aperti o no i negozi in questa occasione.
Riflettendoci bene, dato anche il periodo che stiamo passando, con questa crisi che ha tolto il lavoro a tanta gente, mi è venuta in mente una proposta per dare un senso reale e concreto a questa giornata: chi come me lavora, invece di fare un giorno di vacanza, può fare un giorno di lavoro il cui ricavato possiamo dedicare agli altri, a chi un lavoro non lo ha, perché lo ha perso o non riesce a trovarlo, oppure a chi è in difficoltà.
Se ci pensiamo bene lo spirito che anima questa giornata (io di chiamarla festa non me la sento molto) dovrebbe essere quello della solidarietà tra lavoratori, tra chi può lavorare e chi invece non è in condizione di farlo. E quale miglior solidarietà di quella che consente di darci realmente una mano? Immagino già che una proposta del genere susciterebbe polemiche a non finire se fosse fatta seriamente, da chi lamenterebbe la perdita dei valori del lavoro (come se fare festa li esaltasse) a chi direbbe che la mancanza delle persone che vanno a giro deprimerebbe l'economia. Ma se siamo in crisi, se si dice che dovremmo lavorare di più, questa sarebbe davvero una bella occasione per darsi da fare a migliorare lo stato economico della società e contemporaneamente di aiutare chi ha bisogno. Cosa ne pensate?

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