Copertina del terzo numero (©Astorina) |
Penso che tutti conoscano Diabolik, l’inafferrabile ladro che da oltre cinquant’anni mette a segno i suoi spettacolari colpi nel fumetto della casa editrice Astorina. Dopo tutto questo tempo la casa editrice ha deciso che potesse essere il caso di dargli una rinfrescata: ma come farlo senza scontentare i fans, abituati dopo più di 800 numeri pubblicati alle storie classiche? La soluzione è semplice: una serie parallela, ambientata ai giorni nostri, in cui far ripartire il personaggio, attualizzandolo ai gusti del lettore contemporaneo. E quindi ecco a voi DK, che potremmo definire l’altro Diabolik.
Da un soggetto di Mario Gomboli e con la sceneggiatura di Tito Faraci ed i disegni di Giuseppe Palumbo è venuto fuori un ciclo che sicuramente è atipico per il fumetto italiano. Le storie, pubblicate inizialmente sulle pagine de Il grande Diabolik di primavera con il titolo DK: Io so chi non sono, sono state recentemente ristampate e completate con altre inedite in una miniserie di 4 albi in formato da fumetto di supereroi, presenti in edicola col titolo semplicemente di DK. Cosa però differenzia queste storie dalla produzione classica di Diabolik?
La ripartenza del personaggio si basa su un’idea abbastanza innovativa: invece di riproporre la stessa storia di base adattata ai tempi moderni, si è scelto di fare un personaggio nuovo, simile solo in parte a quello conosciuto sino a qui. DK, anche se non è mai chiamato così nel fumetto, è un uomo senza memoria, connaturato da delle cicatrici fisiche (sull’occhio e sul torace, simili ad i segni di un’autopsia) e mentali che lo spingono ad una specie di vendetta consumata rubando più preziosi possibili. La sua esigenza interiore di non farsi conoscere da nessuno lo porta quindi ad uccidere tutti coloro che incontra in azione, sia che siano i derubati o poliziotti, sia che siano innocenti. In questo la violenza del personaggio è molto accentuata rispetto al suo predecessore, come lo sono le sue ossessioni. Sconosciuto all’opinione pubblica, solo poche persone hanno sentore della sua esistenza. Tra questi un ispettore di polizia che si fa prendere dalla caccia a questo criminale sino a maturare una specie di ossessione.
Copertina del primo numero (©Astorina) |
I personaggi di questo fumetto sono ben delineati, anche se sono altri rispetto a quelli della serie classica. I protagonisti non sono mai chiamati per nome, indicati solo con il loro ruolo o con soprannomi (l’ombra della notte e l’ispettore). Anche la loro psicologia risulta diversa, connaturata per tutti con un’ossessione particolare che li giuda verso il loro destino. Diabolik, l’ispettore Ginko ed Eva Kant (di cui non svelo il ruolo per non spoilerare, dicendo solo che non è l’innamorata di DK) del fumetto classico somigliano solo d’aspetto alle rispettive controparti, spiazzando un po’ il lettore abituato a vederli interpretare altri ruoli. La sceneggiatura è piena d’azione, ricca di colpi di scena e ben fatta anche se non mancano alcune forzature (come il ruolo del topo “complice” di DK, che in un caso guida un’orda di topi contro un gruppo di persone senza una ragione). Ottimi i disegni,, che personalmente mi hanno ricordato molto la grafica degli albi superoistici americani degli anni ’80, complice sicuramente anche il tipo di colorazione degli albi. La cupezza della citta in cui si svolge l’azione è resa ottimamente, ispirando ottimamente l’atmosfera. Il finale di questa rimane molto aperto, ponendo le basi per una seconda serie che ben presto credo arriverà.
In conclusione, un fumetto che si distacca dalla produzione tipiche italiane, e che merita la prova da parte di tutti coloro che apprezzano un buon thriller.
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