"Fermi... Sorridete... Non muovetevi... Fatta!" Ecco scattata l'ennesima fotografia. Certamente una fotografia, per ricordare un momento particolare o solo per uno sfizio, è sempre una cosa piacevole. Adesso, con le macchine digitali, vediamo subito se siamo venuti bene, altrimenti si ripete, senza aspettare i tempi di sviluppo cui eravamo abituati solo qualche anno fa (e, nell'illusione di spendere meno, ne facciamo una marea di più, ma questo è un'altro discorso, di cui magari parliamo un'altra volta).
"Solo che... Guarda come sei venuto bene qui: sei proprio somigliante!" Prendo la macchina, do uno sguardo allo schermo e la persona che vedo quasi non la riconosco: si, sono io, ma non mi sembro io. Eppure dicono tutti che sono venuto bene. Mah!
Di sicuro è capitato anche a voi: foto che sono somigliantissime (per gli altri) che invece non ci rappresentano affatto. La spiegazione (fisica) è semplice: noi siamo abituati a guardarsi allo specchio, che ci da un'immagine riflessa, cioè al contrario di come ci vedono gli altri. Se, per esempio, provate a girare una foto digitale specularmente con un programma qualsiasi di editing grafico (tipo Gimp, per intenderci) vedrete come per incanto la vostra faccia che si fa molto più familiare: è vero, sono io! ;-)
Questo mi fa venire un dubbio: ma se anche nelle foto ci vediamo differenti da come ci vedono gli altri, come appariamo allora nella realtà? Rendiamoci conto che gli altri ci vedono differentemente da come noi stessi ci valutiamo. Questo è dovuto a più fattori: il primo, e forse più importante dipende dal fatto che la conoscenza che abbiamo degli altri è sempre e solamente parziale. Per forza di cose (mancanza di informazioni, poco tempo di frequentazione, visione parziale delle caratteristiche dell'altro) noi riusciamo a vedere solo un'aspetto delle altre persone, spesso proprio quello che vogliamo vedere. In realtà le persone sono molto più sfaccettate di quanto ci appaiono, ma questo è un discorso un po' difficile, di cui forse è meglio parlare un'altra volta.
La considerazione che si può trarre da queste piccole riflessioni è questa: come una foto ci rappresenta in un istante come ci vedono le persone intorno a noi, così noi vediamo spesso solo un aspetto di chi abbiamo di fronte. Dovremmo invece sforzarci di andare oltre ciò che vediamo di primo acchito, e cercare di capire meglio gli altri: un lavoro sicuramente faticoso, ma che so per esperienza portare risultati inattesi. Del resto le persone che amiamo giungiamo ad amarle proprio durante un cammino di conoscenza. Non ne avete forse qualche esempio anche voi?
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