...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

14 giugno 2010

Permessi per papà

Finalmente una buona cosa per i (futuri) babbi: è in discussione una proposta di legge (anzi 2, una del PD ed una del PDL, ma molto simili), che introducano anche da noi, come in altri paesi della Comunità Europea, il "congedo di paternità obbligatorio". In pratica, come avviene per le mamme che si debbano assentare dal lavoro per almeno cinque masi quando nasce un figlio, anche per i babbi sarà obbligatorio lasciare il lavoro, ovviamente essendo ancora retribuiti, alla nascita dei figli, per potere stare dietro sia ai bimbi che alle mamme, ma soprattuto per poter godere completamente di questa esperienza. Ovviamente il periodo è molto più corto di quello riservato alle mamme, si parla di quattro giorno (ma perchè non tutta una settimana?), ma comunque un passo avanti per tenere unita la famiglia in uno dei momenti più importanti.
Personalmente, quando sono nati i miei figli ho sempre cercato di stare il più vicino possibile a loro ed alla mamma: ho assistito a tutti i parti (un'esperienza eccezionale veder nascere tuo figlio) e per qualche giorno sono stato a casa insieme alla famiglia, purtroppo consumando giorni di ferie. Il periodo più lungo lo ho fatto alla nascita della primogenita: essendo nata d'estate ho preso le ferie estive alla nascita e sono stato tutto il primo periodo di vita con lei e con la mamma...
Speriamo che questa legge passi il prima possibile, sarebbe finalmente un passo in avanti per aiutare le famiglie, e qui in Italia ce né veramente bisogno.

11 giugno 2010

Informazioni (gratis) al telefono

Quante volte ci è capitato di aver bisogno urgente di sapere un'informazione? Se siamo a casa posso facilmente andare a cercarla su Internet, tramite sua altezza Google o comunque su siti di informazione. Ma quando siamo a giro per il vasto mondo e non abbiamo una connessione alla rete disponibile? E' vero, ci sono molti servizi che via telefono ti forniscono quanto cercato, ma i costi sono spesso proibitivi.
C'è però un servizio differente dagli altri, poiché il suo uso è del tutto gratuito. Si chiama Never Alone, ed è disponbile tramite il numero verde internazionale 008.008.008.0054, cioè è accessibile gratuitamente da molti paesi differenti. La sua particolarità è che gli si può chiedere qualsiasi cosa si possa rintracciare tramite internet, poiché chi ci risponde è un'operatore esperto di ricerche sulla rete con davanti il suo PC. Il servizio funziona bene, non solo per cercare numeri di telefono o simili, ma anche per informazioni più corpose. A me è capitato di provarlo la prima volta per cercare lo sportello bancomat della mia banca più vicino a dove ero in una città che non conoscevo, e rapidamente mi ha guidato a trovarlo (lo sportello era purtroppo fuori uso, ma questa è un'altra storia...). Da qui ho cominciato ad usarlo quando ne avevo bisogno, sempre con soddisfazione.
Ma come funziona? Dove sta l'inghippo di fornire gratis quello che altri servizi fanno pagare profumatamente? Il trucco è nel fatto che  al'inizio della chiamata vi sono 20-30 secondi di un messaggio pubblicitario, tra l'altro non invadente, che copre le spese del servizio offerto. Inutile dire che il numero l'ho memorizzato nella rubrica del cellulare, poiché è estremamante utile averlo a portata di mano. Molto simpatico la possibilità, propostami dall'operatore, di far registrare il numero del telefono con cui chiamate con il vostro nome, così da essere chiamati per nome quando parlate con loro.
Mi accorgo di averne parlato in termini anche troppo lusinghieri, ma non è che mi pagano per fargli pubblicità: è proprio che la cosa funziona bene. L'ho scoperto grazie ad una trasmissione radio che ascolto (in podcast, of course) che parla di tecnologia e computer, 2024 (a presto una recensione). Consiglio di provarlo, e dopo fatto fatemi sapere le impressioni che ne avete avuto.

10 giugno 2010

Grazie mamma, che non hai abortito

"Una giovane sposa  in stato interessante fu un giorno ricoverata in ospedale per un semplice attacco di appendicite. I medici dovettero applicarle del ghiaccio sulla pancia e alla fine di questi trattamenti le consigliarono di abortire. Le dissero che era quella la soluzione migliore, perché il bambino sarebbe nato sciuramente con qualche infermità. Ma la giovane e coraggiosa sposa decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque. Quella signora era mia madre e il bambino ero io".
Così si confessa Andrea Bocelli, in un video che trovate anche in fondo al post.
"Sarò di parte ma credo di poter dire che quella scelta fu una scelta giusta e spero questo possa essere di incoraggiamento a quelle madri che qualche volta si trovano in momenti difficili, momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini. Io vi faccio tanti auguri..."
Questa confessione Andrea la fa in un video girato per una serata organizzata per raccogliere fondi per i bambini di Haiti da Nph-Italia, la propaggine italiana della fondazione Nuestros Pequenos Hermanos (I nostri piccoli fratelli) che si occupa di bambini abbandonati ed in difficoltà,con la quale Bocelli ha da tempo rapporti e che sostiene insieme ad altri artisti.
Una storia del genere colpisce veramente. Il video è stato diffuso da un'organizzazione antiabortista americana, che lo ha sottotitolato e messo su Youtube. Andrea non si esprime sulla vicenda, ma certo, conoscendo la sua religiosità e quello che esprime, possiamo essere certi che sia contento che le sue idee siano venute fuori in maniera così evidente. Sia ben chiaro, io sono profondamente contrario all'aborto in se stesso, ed ho già detto del mio impegno in tal senso, e penso che una storia del genere dovrebbe far riflettere sul valore della vita e sul fatto che tutti hanno diritto a nascere, indipendentemente da quanto si pensi possa essere difficile la loro vita futura. Vi lascio alla visione del video, ed aspetto i vostri commenti al riguardo.

8 giugno 2010

Foto (poco) somiglianti

"Fermi... Sorridete... Non muovetevi... Fatta!" Ecco scattata l'ennesima fotografia. Certamente una fotografia, per ricordare un momento particolare o solo per uno sfizio, è sempre una cosa piacevole. Adesso, con le macchine digitali, vediamo subito se siamo venuti bene, altrimenti si ripete, senza aspettare i tempi di sviluppo cui eravamo abituati solo qualche anno fa (e, nell'illusione di spendere meno, ne facciamo una marea di più, ma questo è un'altro discorso, di cui magari parliamo un'altra volta).
"Solo che... Guarda come sei venuto bene qui: sei proprio somigliante!" Prendo la macchina, do uno sguardo allo schermo e la persona che vedo quasi non la riconosco: si, sono io, ma non mi sembro io. Eppure dicono tutti che sono venuto bene. Mah!
Di sicuro è capitato anche a voi: foto che sono somigliantissime (per gli altri) che invece non ci rappresentano affatto. La spiegazione (fisica) è semplice: noi siamo abituati a guardarsi allo specchio, che ci da un'immagine riflessa, cioè al contrario di come ci vedono gli altri. Se, per esempio, provate a girare una foto digitale specularmente con un programma qualsiasi di editing grafico (tipo Gimp, per intenderci) vedrete come per incanto la vostra faccia che si fa molto più familiare: è vero, sono io! ;-)
Questo mi fa venire un dubbio: ma se anche nelle foto ci vediamo differenti da come ci vedono gli altri, come appariamo allora nella realtà? Rendiamoci conto che gli altri ci vedono differentemente da come noi stessi ci valutiamo. Questo è dovuto a più fattori: il primo, e forse più importante dipende dal fatto che la conoscenza che abbiamo degli altri è sempre e solamente parziale. Per forza di cose (mancanza di informazioni, poco tempo di frequentazione, visione parziale delle caratteristiche dell'altro) noi riusciamo a vedere solo un'aspetto delle altre persone, spesso proprio quello che vogliamo vedere. In realtà le persone sono molto più sfaccettate di quanto ci appaiono, ma questo è un discorso un po' difficile, di cui forse è meglio parlare un'altra volta.
La considerazione che si può trarre da queste piccole riflessioni è questa: come una foto ci rappresenta in un istante come ci vedono le persone intorno a noi, così noi vediamo spesso solo un aspetto di chi abbiamo di fronte. Dovremmo invece sforzarci di andare oltre ciò che vediamo di primo acchito, e cercare di capire meglio gli altri: un lavoro sicuramente faticoso, ma che so per esperienza portare risultati inattesi. Del resto le persone che amiamo giungiamo ad amarle proprio durante un cammino di conoscenza. Non ne avete forse qualche esempio anche voi?

2 giugno 2010

Innovazioni inutili

Non so voi, ma tra i miei dolcetti preferiti ci sono i Togo (fondenti), come questi quì:

La cosa strana è che le nuove confezioni le hanno fatte richiudibili: come se, quando li inizi, poi ne avanzassero! Ed il problema, a quanto leggo, non è solo mio. Ma perché, invece di mettere queste feature inutili, non mettono qualche biscotto in più? Mha!

28 maggio 2010

Imparare il Vangelo... giocando

La notizia sembra banale: hanno fatto un gioco sulla vita di Gesù. Però, guardando a fondo, non lo è poi tanto. Innanzitutto l'autore: Antonio Aiazzi, tastierista ed uno tra i fondatori - insieme a Piero Pelù, detto El Diablo - del gruppo rock dei "Litfiba", che certo non ti immagini come un devoto fedele. Poi le circostanze in cui gli è venuto in mente: come riportato da diverse fonti il tutto è nato come reazione dagli attacchi compiuti in una trasmissione TV non solo alla Chiesa Cattolica, ma a tutta la cultura cristiana. Da qui, in collaborazione con la Diocesi di Pisa, nasce questo Trivial Pursuit sulla vita di Gesù e sul Vangelo, pubblicato dalla casa editrice specializzata Rebus Project. Da provare, specie per far conoscere ai bambini in modo divertente tante cose su Gesù, e da ampliare: nel gioco ci sono anche delle carte bianche, per creare nuove domande. A chi farà le migliori gli autori daranno un premio, per poi includerle nelle successive versioni.

20 maggio 2010

Rat-Man Vs le Suore

Ma Leo Ortolani ce l'ha con le suore? E' questo il dubbio amletico che mi è preso ieri sera leggendo l'ultimo numero di Rat-Man (uno dei miei fumetti preferiti, di cui avevo già parlato), che nella terza parte di una storia ricorda la permanenza del piccolo Ratty in un orfanotrofio. In effetti Leo descrive quelle povere sorelle in tutti i peggiori modi umoristicamente possibili: suore con i baffi, suore che non si muovono mai quando chiamate, suore che rinchiudono bimbi negli sgabuzzini bui, suore che imparano i canti della S.Messa in modo da disturbare il più possibile la funzione, ecc. ecc. ...
Mi viene da chiedermi cosa gli abbiano fatto da piccolo per avercela così con loro: all'asilo lo hanno forse traumatizzato con canti religiosi a tutto volume oppure lo hanno rincorso col battipanni? O forse è solo la sua verve comica che si sbizzarrisce con una figura vista come un archetipo stilizzato? Mah! Devo ammettere però che l'effetto comico è notevole. In attesa di uno speciale di Rat-Man contro la SuperSuora (e vedrai che prima o poi quella testa matta dell'Ortolani una cosa simile la tira fuori) non resta che godersi il fumetto. E voi, l'avete letto? Cosa ne pensate?

19 maggio 2010

Sulle rive... del telefonino

Grazie al nuovo servizio di Libero Tutti da oggi il blog è anche disponibile nella versione "mobile", cioè in una modalità un po' ristretta che ne permette la visualizzazione anche sugli smartphone e sui vari dispositivi portatili che si possono collegare ad internet. Attraverso il portale di Libero Mobile, specializzato in siti da vedere in mobilità, si ha una visualizzazione compatta dei siti collegati.
Dalle prove che ho fatto il servizio sembra funzionare abbastanza bene, unica nota stonata non fa vedere i vari video (forse perché consumano un po' troppa banda dati ).
Il sito versione mobile è disponibile a questo indirizzo: ilmaredellavita.m.libero.it
Provatelo, e fatemi sapere come va e cosa ne pensate.