Sabato sono stato, insieme ala moglie (e con chi sennò, dato l'argomento), ad un interessante incontro organizzato dalla Diocesi di Pisa sul tema "La questione dell'ascolto nella coppia".
L'incontro, tenuto da don Stefano Guarinelli (psicologo e psicoterapeuta), un sacerdote psicologo specializzato in questioni di coppia, ha esplorato i vari aspetti della comunicazione nel rapporto tra due persone che vivono insieme, soffermandosi, vista l'esperienza del relatore che da anni aiuta le coppie in difficoltà, sulle crisi e su come riallacciare e portare aventi il discorso visto soprattutto nell'ottica di una vita di coppia cristiana. I momenti indicati per la concretezza dell'ascolto sono tre:
- il riconoscimento, inteso come vedere l'altro appunto come altra persona, diversa da se eppure con cui si vuole entrare in contatto;
- l'empatia, cioè cercare di capire l'altro e trovarsi in sintonia con i suoi messaggi ed i suoi bisogni;
- il cambiare idea, intesa come volontà di ascoltare e comprendere quello che l'altro vuole dirci, senza voler avere ragione ad ogni costo, ma essere pronti a accettare quello che vuole dire.
Questa mancanza dell'amore tra le motivazioni del dialogo nella coppia mi ha meravigliato, perché specialmente per un cristiano, che deve fondare sull'amore di Dio la sua vita, è nel matrimonio che arriva la massima espressione del suo amore verso una singola persona, che diventa letteralmente una parte di se. Amare un'altra persona per me fa si che l'altro diventi per te più importante di te stesso, e quindi diventa ovvio e naturale ascoltarlo e cercare di comprenderlo il più possibile.
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