Avrete sicuramente letto della storia degli occhiali 3D per la visione cinematografica, e di come il Consiglio Superiore di Sanità abbia emanato delle norme a riguardo del loro uso. Nello specifico risultano permessi solo occhiali usa e getta, e vi è il divieto della visione dei film 3D ai minori di anni 6.
La vicenda è però stata molto mal esposta dai media, e approfondendo la cosa ci si imbatte in errori ed ignoranza della materia, non solo da parte dei media cui purtroppo stiamo facendo l'abitudine, ma anche da chi difende i consumatori o da chi dovrebbe (il condizionale diventa obbligatorio) tutelare la salute della gente.
Facendo un esempio, possiamo vedere come la notizia è stata riportata da Virgilio. Visto? bene, adesso approfondiamo. La denuncia è stata fatta da un'associazione di consumatori, il Codacons, che ha riportato il caso di una bimba che aveva avuto dei problemi ad un occhio dopo la visione di un film 3D. Interessante l'annuncio della disposizione del CSS, che è riportata più che nel sito del Codacons nel blog personale del suo presidente, l'avvocato Rienzi, in questo post. La disposizione del CSS è scaricabile (in formato pdf) da questo link, sempre dal blog dell'avvocato Rienzi.
Per riuscire a capire bene la vicenda è necessaria una piccola precisazione tecnica. Come si può vedere un'immagine tridimensionale? I metodi sono molti. Nei cinema (e nelle prossime TV 3D che stanno arrivando) se ne usano sostanzialmente due:
- il primo, più semplice, è quello della luce polarizzata. In pratica ci sono due proiettori affiancati, che proiettano sullo schermo contemporaneamente due immagini, una per l'occhio destro ed una per il sinistro, con polarizzazione della luce differente.Gli occhiali hanno due semplici lenti polarizzate che filtrano l'immagine corrispondente all'occhio. Sono molto semplici (spesso in cartoncino con lente in plastica) ed hanno un costo molto limitato (ho letto sugli 0,75€ ciascuno). I risultati qualitativi non sono però al massimo.
- il secondo, migliore da un punto di vista della qualità dell'immagine, consiste nel proiettare alternativamente le due immagini, quella per l'occhio destro e quella per l'occhio sinistro, usando degli occhiali cosiddetti attivi, che sono sincronizzati con il proiettore. L'occhiale apre e chiude il passaggio della luce per ogni occhio a seconda di quale immagine viene proiettata in quel momento, per 25 volte al secondo. Questi occhiali sono complessi, costosi (al pubblico quelli per la TV 3D, stesso sistema, vengono sui 100€, gli esercenti delle sale, comprandoli in grande quantità, li pagano un po meno) e con batteria ed elettronica da smaltire a fine vita come rifiuto elettronico.
Per una maggiore informazione si può vedere questa guida pubblicata su DDay.it, molto chiara anche se riferita principalmente alla TV.
Da questa precisazione tecnica si capisce che quanto deciso è, almeno in parte, con poco senso: è vero che nel caso di cinema che usino gli occhiali polarizzati si possa effettuare un sistema usa e getta, anzi è auspicabile. Del resto in molti cinema che usano questo sistema gli occhiali sono consegnati imbustati e lasciati allo spettatore alla fine del film (forse con la speranza che se li riportino dietro quando tornano a vedere un altro film, in maniera da risparmiarseli). Ma nel caso di cinema che usino gli occhiali attivi ciò è improponibile, sia a causa del costo elevato degli occhiali che renderebbe impossibile economicamente vedere un film, ma anche per la quantità di rifiuti elettronici che genererebbe, difficili e pericolosi da smaltire. E se questa differenza dovrebbe essere chiara ad un'associazione di consumatori, che prima di fare esposti si augura che si informi sull'argomento, anche se in questo caso, da quanto visto sul sito non sembra così, come rimarcato dai commenti dei visitatori al blog dell'avv.Rienzi, che guarda caso sono stati disabilitati dopo che la maggioranza aveva evidenziato questi problemi; questa differenza, dicevo, è obbligatorio che sia chiara al CSS. Purtroppo dal documento sopra indicato non è così, anzi. Si legge infatti (tratto dal pdf, purtroppo disponibile solo come immagne):
Come si legge, si considera che esista solo il metodo delle lenti polarizzate, che non è nemmeno il più diffuso. E' incredibile che un organo decisionale di così alta levatura non abbia le informazioni tecniche per esprimere un parere in maniera adeguata. E la cosa appare ancora più grave perché su questo parere si sta muovendo il Ministero della Salute per emanare le linee guida da seguire nei cinema.
Non so voi, ma a me questo sembra il solito pasticcio: che ne pensate?
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