...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

28 giugno 2010

Senza computer...

Come faremmo ogni giorno senza il nosto (quasi) fidato computer? A quest'idea ci risponde un video di Meltmedia, che ci mostra come farremmo se tutte le nostre attività quotidiane in ufficio fossero fatte "a mano". Nel video le chiiche non si contano, da Facebbok che diventa un libro di "Face", ai tweet di Twitter che si inseguano, dal serve che passa (e va in crash cadendo) allo spam direttamente... in scatoletta.
Eccolo quì di seguito:


The Art of Analog Computing from meltmedia on Vimeo.

Carino, vero? Che ne pensate?

21 giugno 2010

Auguri a Giulio, bimbo senza padre

Non so se avete letto la notizia uscita in questi giorni di due mamme che hanno avuto un figlio. Le due donne, Sara e Margherita, omosessuali che da alcuni anni convivono, hanno deciso di avere un figlio e per riuscire ad averlo, dato che la legge italiana non consente l'inseminazione artificiale eterologa, cioè tra persone che non sono sposate o che fanno una coppia di fatto, sono andate in Danimarca, dove la legge lo consente. Da quest'operazione è nato Giulio.
Le riflessioni che mi vengono fuori da questa notizia, dopo aver cercato in rete maggiori dettagli ed approfondimenti, sono molte, e cercherò di riassumerle di seguito. Per prima cosa penso alle condizioni in cui crescerà quel bimbo. Non conosco le sue "mamme", e quindi non so le ragioni che le hanno spinte a questa decisione, ma so che la sua vita si prospetta difficile. Senza una figura maschile di riferimento, un babbo, gli mancherà sicuramente qualcosa nella vita. Oltre a questo temo che ci saranno molte persone che lo giudicheranno per quello che hanno fatto le sue genitrici, e di cui lui non ha colpa. Come leggevo su "Il Giornale", in un articolo a mio avviso condivisibile in pieno, a questo bimbo sono stati negati alcuni diritti fondamentali, come quello di avere un padre od una famiglia, che le sue genitrici gli hanno tolto con la loro scelta. E quella di crescere in una famiglia è una necessita per tutti i bambini, cosa che Giulio non avrà mai. Ne si può affermare che quella formata dalle due donne sia una famiglia, poiché non lo è ne dal punto di vista legale (come afferma la Costituzione Italiana) ne dal punto di vista reale, mancando di elementi fondamentali per la sua costituzione, come un padre ed una base di stabilità legale della stessa. Interessante da questo punto di vista un sondaggio di Radio24, che su questa vicenda chiedeva agli ascoltatori "Bambini con due genitori dello stesso sesso. La considerate una famiglia?", ottenendo quasi il 75% di NO.
Poi ci sono le "mamme". Su di loro sono estremamente perplesso. dicono che lo hanno voluto fortemente e che non gli faranno mai mancare il loro amore. Speriamo che succeda, ma non so se questo figlio, da loro voluto, è segno di amore o solo di un desiderio di maternità, cosa naturale nell'essere umano, ma che è naturalmente negata a chi pratica l'omosessualità. Dalle dichiarazioni che leggo in rete o sulla stampa mi sembra che esca fuori questa seconda ipotesi. E che la scelta di procreare sia frutto di voglia di affermarsi come coppia (e come famiglia, anche se famiglia non sono) più che una scelta di amore verso un figlio.
Un altro punto, che mi sembra non sia venuto fuori nelle analisi e nei commenti che ho letto sta nel fatto che questo tipo di fecondazioni in Italia è proibito dalla legge. La legislazione sulle fecondazione assistita infatti non consente la fecondazione eterologa, nemmeno per persone legalmente sposate. Per evitare ciò, queste due donne sono andate in Danimarca, dove la legge lo consente, e li hanno fatto l'intervento. Personalmente
non trovo affatto giusto che per violare la legge impunemente si vada all’estero, indipendentemente da quale legge si violi. Da un punto di vista di principio non ci trovo differenze tra chi va all’estero per fare un’inseminazione, chi ci va per drogarsi o chi per fare turismo sessuale (al di la delle dovute differenze di gravità del reato). Se qui da noi c’è una legge che vieta qualcosa, nello specifico anche passata al vaglio di un referendum che ha sancito la volontà popolare su questa legge, non bisogna cercare di violarla trovando scappatoie come questa. Sicuramente le due donne non saranno perseguite per questo (non so nemmeno se sia legalmente possibile), ma quello di andare all'estero per fare ciò che ci pare lo trovo moralmente riprovevole.
Concludo queste mie riflessioni augurando a Giulio (che mi ricorda l'innocente di un film di Visconti) ogni bene ed ogni felicità, sperando che la vita gli sia propizia e che crescendo trovi la pienezza di ciò che adesso non ha: una famiglia vera.

Aggiornamento (05/03/2011): un'altra vicenda particolare sull'inseminazione artificiale a una coppia gay che mi ha colpito la commento quì.

20 giugno 2010

Super Mario: musiche particolari

Se siete appassionati di videogiochi (come me) avrete di certo giocato qualche volta a Super Mario Bros od a qualche suo derivato. Dato che questi giochi contano moltissimi appassionati, non mancano certo in rete i video che prendono spunto da esso, di tutti i tipi.
Ecco alcuni video dove le musiche del gioco sono eseguite in maniera non convenzionale: nel primo da un virtuoso del violino:



Ecco il secondo dove la musica è ottenuta suonando insieme due chitarre:



Ed eccone un altro dove le musiche sono fatte interamente con la bocca:



Incredibile, vero?

19 giugno 2010

Piccolo restiling

Ho dato una rinfrescata all'aspetto estetico del blog, approfittando delle nuove opzioni offerte da Blogger. Non sono però ancora del tutto soddisfatto, aspettatevi qualche piccolo cambiamento nei prossimi giorni.
Che ne pensate della nuova grafica? Attendo i vostri commenti e suggerimenti.

14 giugno 2010

Permessi per papà

Finalmente una buona cosa per i (futuri) babbi: è in discussione una proposta di legge (anzi 2, una del PD ed una del PDL, ma molto simili), che introducano anche da noi, come in altri paesi della Comunità Europea, il "congedo di paternità obbligatorio". In pratica, come avviene per le mamme che si debbano assentare dal lavoro per almeno cinque masi quando nasce un figlio, anche per i babbi sarà obbligatorio lasciare il lavoro, ovviamente essendo ancora retribuiti, alla nascita dei figli, per potere stare dietro sia ai bimbi che alle mamme, ma soprattuto per poter godere completamente di questa esperienza. Ovviamente il periodo è molto più corto di quello riservato alle mamme, si parla di quattro giorno (ma perchè non tutta una settimana?), ma comunque un passo avanti per tenere unita la famiglia in uno dei momenti più importanti.
Personalmente, quando sono nati i miei figli ho sempre cercato di stare il più vicino possibile a loro ed alla mamma: ho assistito a tutti i parti (un'esperienza eccezionale veder nascere tuo figlio) e per qualche giorno sono stato a casa insieme alla famiglia, purtroppo consumando giorni di ferie. Il periodo più lungo lo ho fatto alla nascita della primogenita: essendo nata d'estate ho preso le ferie estive alla nascita e sono stato tutto il primo periodo di vita con lei e con la mamma...
Speriamo che questa legge passi il prima possibile, sarebbe finalmente un passo in avanti per aiutare le famiglie, e qui in Italia ce né veramente bisogno.

11 giugno 2010

Informazioni (gratis) al telefono

Quante volte ci è capitato di aver bisogno urgente di sapere un'informazione? Se siamo a casa posso facilmente andare a cercarla su Internet, tramite sua altezza Google o comunque su siti di informazione. Ma quando siamo a giro per il vasto mondo e non abbiamo una connessione alla rete disponibile? E' vero, ci sono molti servizi che via telefono ti forniscono quanto cercato, ma i costi sono spesso proibitivi.
C'è però un servizio differente dagli altri, poiché il suo uso è del tutto gratuito. Si chiama Never Alone, ed è disponbile tramite il numero verde internazionale 008.008.008.0054, cioè è accessibile gratuitamente da molti paesi differenti. La sua particolarità è che gli si può chiedere qualsiasi cosa si possa rintracciare tramite internet, poiché chi ci risponde è un'operatore esperto di ricerche sulla rete con davanti il suo PC. Il servizio funziona bene, non solo per cercare numeri di telefono o simili, ma anche per informazioni più corpose. A me è capitato di provarlo la prima volta per cercare lo sportello bancomat della mia banca più vicino a dove ero in una città che non conoscevo, e rapidamente mi ha guidato a trovarlo (lo sportello era purtroppo fuori uso, ma questa è un'altra storia...). Da qui ho cominciato ad usarlo quando ne avevo bisogno, sempre con soddisfazione.
Ma come funziona? Dove sta l'inghippo di fornire gratis quello che altri servizi fanno pagare profumatamente? Il trucco è nel fatto che  al'inizio della chiamata vi sono 20-30 secondi di un messaggio pubblicitario, tra l'altro non invadente, che copre le spese del servizio offerto. Inutile dire che il numero l'ho memorizzato nella rubrica del cellulare, poiché è estremamante utile averlo a portata di mano. Molto simpatico la possibilità, propostami dall'operatore, di far registrare il numero del telefono con cui chiamate con il vostro nome, così da essere chiamati per nome quando parlate con loro.
Mi accorgo di averne parlato in termini anche troppo lusinghieri, ma non è che mi pagano per fargli pubblicità: è proprio che la cosa funziona bene. L'ho scoperto grazie ad una trasmissione radio che ascolto (in podcast, of course) che parla di tecnologia e computer, 2024 (a presto una recensione). Consiglio di provarlo, e dopo fatto fatemi sapere le impressioni che ne avete avuto.

10 giugno 2010

Grazie mamma, che non hai abortito

"Una giovane sposa  in stato interessante fu un giorno ricoverata in ospedale per un semplice attacco di appendicite. I medici dovettero applicarle del ghiaccio sulla pancia e alla fine di questi trattamenti le consigliarono di abortire. Le dissero che era quella la soluzione migliore, perché il bambino sarebbe nato sciuramente con qualche infermità. Ma la giovane e coraggiosa sposa decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque. Quella signora era mia madre e il bambino ero io".
Così si confessa Andrea Bocelli, in un video che trovate anche in fondo al post.
"Sarò di parte ma credo di poter dire che quella scelta fu una scelta giusta e spero questo possa essere di incoraggiamento a quelle madri che qualche volta si trovano in momenti difficili, momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini. Io vi faccio tanti auguri..."
Questa confessione Andrea la fa in un video girato per una serata organizzata per raccogliere fondi per i bambini di Haiti da Nph-Italia, la propaggine italiana della fondazione Nuestros Pequenos Hermanos (I nostri piccoli fratelli) che si occupa di bambini abbandonati ed in difficoltà,con la quale Bocelli ha da tempo rapporti e che sostiene insieme ad altri artisti.
Una storia del genere colpisce veramente. Il video è stato diffuso da un'organizzazione antiabortista americana, che lo ha sottotitolato e messo su Youtube. Andrea non si esprime sulla vicenda, ma certo, conoscendo la sua religiosità e quello che esprime, possiamo essere certi che sia contento che le sue idee siano venute fuori in maniera così evidente. Sia ben chiaro, io sono profondamente contrario all'aborto in se stesso, ed ho già detto del mio impegno in tal senso, e penso che una storia del genere dovrebbe far riflettere sul valore della vita e sul fatto che tutti hanno diritto a nascere, indipendentemente da quanto si pensi possa essere difficile la loro vita futura. Vi lascio alla visione del video, ed aspetto i vostri commenti al riguardo.

8 giugno 2010

Foto (poco) somiglianti

"Fermi... Sorridete... Non muovetevi... Fatta!" Ecco scattata l'ennesima fotografia. Certamente una fotografia, per ricordare un momento particolare o solo per uno sfizio, è sempre una cosa piacevole. Adesso, con le macchine digitali, vediamo subito se siamo venuti bene, altrimenti si ripete, senza aspettare i tempi di sviluppo cui eravamo abituati solo qualche anno fa (e, nell'illusione di spendere meno, ne facciamo una marea di più, ma questo è un'altro discorso, di cui magari parliamo un'altra volta).
"Solo che... Guarda come sei venuto bene qui: sei proprio somigliante!" Prendo la macchina, do uno sguardo allo schermo e la persona che vedo quasi non la riconosco: si, sono io, ma non mi sembro io. Eppure dicono tutti che sono venuto bene. Mah!
Di sicuro è capitato anche a voi: foto che sono somigliantissime (per gli altri) che invece non ci rappresentano affatto. La spiegazione (fisica) è semplice: noi siamo abituati a guardarsi allo specchio, che ci da un'immagine riflessa, cioè al contrario di come ci vedono gli altri. Se, per esempio, provate a girare una foto digitale specularmente con un programma qualsiasi di editing grafico (tipo Gimp, per intenderci) vedrete come per incanto la vostra faccia che si fa molto più familiare: è vero, sono io! ;-)
Questo mi fa venire un dubbio: ma se anche nelle foto ci vediamo differenti da come ci vedono gli altri, come appariamo allora nella realtà? Rendiamoci conto che gli altri ci vedono differentemente da come noi stessi ci valutiamo. Questo è dovuto a più fattori: il primo, e forse più importante dipende dal fatto che la conoscenza che abbiamo degli altri è sempre e solamente parziale. Per forza di cose (mancanza di informazioni, poco tempo di frequentazione, visione parziale delle caratteristiche dell'altro) noi riusciamo a vedere solo un'aspetto delle altre persone, spesso proprio quello che vogliamo vedere. In realtà le persone sono molto più sfaccettate di quanto ci appaiono, ma questo è un discorso un po' difficile, di cui forse è meglio parlare un'altra volta.
La considerazione che si può trarre da queste piccole riflessioni è questa: come una foto ci rappresenta in un istante come ci vedono le persone intorno a noi, così noi vediamo spesso solo un aspetto di chi abbiamo di fronte. Dovremmo invece sforzarci di andare oltre ciò che vediamo di primo acchito, e cercare di capire meglio gli altri: un lavoro sicuramente faticoso, ma che so per esperienza portare risultati inattesi. Del resto le persone che amiamo giungiamo ad amarle proprio durante un cammino di conoscenza. Non ne avete forse qualche esempio anche voi?

2 giugno 2010

Innovazioni inutili

Non so voi, ma tra i miei dolcetti preferiti ci sono i Togo (fondenti), come questi quì:

La cosa strana è che le nuove confezioni le hanno fatte richiudibili: come se, quando li inizi, poi ne avanzassero! Ed il problema, a quanto leggo, non è solo mio. Ma perché, invece di mettere queste feature inutili, non mettono qualche biscotto in più? Mha!